Il 20 novembre le Nazioni Unite celebrano la giornata mondiale dei diritti dell’infanzia, che sono sanciti dalla Convenzione dei diritti dell’infanzia, approvata dall’assemblea generale il 20 novembre 1989 e ratificata ad oggi da 193 paesi.

L’Italia ha fatto propria la convenzione con la legge 176 del 27 maggio 1991 e con una legge del 23 dicembre 1997 ha istituito la Commissione parlamentare per l’infanzia e l’Osservatorio nazionale per l’infanzia.

La Convenzione è lo strumento normativo più importante e completo quando si parla di promozione e tutela dei diritti dei bambini: è infatti uno strumento giuridico vincolante per gli Stati che lo ratificano. Ciò significa che quando una Nazione approva una legge che riguarda direttamente o indirettamente i bambini, deve essere in linea con la Convenzione, e la stessa cosa vale per le leggi già in vigore, che se contrastanti devono essere modificate. Gli Stati inoltre devono presentare ad una apposita Commissione dei rapporti periodici che certificano quanto effettivamente si sta facendo.

La Convenzione definisce chi è considerato bambino e ragazzo (tutti quelli sotto i 18 anni di età), i cui interessi vengono sempre prima di tutto e tutti, tutela il diritto alla vita, alla salute, ad esprimere la propria opinione e ad essere informati. I bambini hanno diritto al nome, alla nazionalità, ad avere un’istruzione, a giocare e ad essere tutelati da qualsivoglia forma di abuso e sfruttamento.

Se tutto questo adesso ci sembra un po’ ingenuo, quasi banale, è perchè i 50 anni passati per arrivare all’approvazione della Convenzione e i 19 anni da allora sono effettivamente serviti a sensibilizzare gran parte di noi e a farci crescere con la giusta idea di “infanzia”.

 

“Il genere umano deve ai bambini il meglio che può dare. Per guardare in alcuni aspetti del futuro non occorrono proiezioni di supercomputer. Molto del millennio che sta per iniziare può essere visto dal modo in cui ci prendiamo cura oggi dei nostri bambini. Il mondo di domani sarà influenzato dalla scienza e dalla tecnologia, ma soprattutto sta già prendendo forma nei corpi e nelle menti dei nostri figli”.
(Kofi Annan, Segretario generale delle Nazioni Unite, 1997)

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